"La modulazione quasi musicale del segno su una superficie pittorica «continua» contraddistingue l'attuale ricerca della Maranò. Le linee si dispongono, s'intrecciano, s'incurvano in uno spazio aereo, strutturato da bande tonali di attenta rarefazione, che portano la materia ai limiti dei valori di luce, nell'acquorea scala dei grigi. E abbastanza evidente, però, che non si tratta di una operazione strutturalista: una radice mistico-simbolica alimenta il gioco percettivo. Un vagheggiamento di mondi «oltre», la trascrizione di stati d'animo guidano la ritmica del campo visivo. Un discorso, dunque, lirico nel suo fondo autentico, con ermetici stupori e silenzi."

Pietro Marino, 1969